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The Equalizer - Il Vendicatore - Recensione

15/10/2014 | Recensioni |
The Equalizer - Il Vendicatore - Recensione

Ritorna sul grande schermo la coppia Antoine Foqua-Denzel Washington, che dopo Training Day (2001) ripropone un altro thriller, questa volta più violento (anche se quasi sofisticato), con una sceneggiatura molto più semplice, ma ugualmente di qualità, con un ritmo costante ed incalzante che fa del 60enne protagonista un eroe insolito ma convincente, che dà una scossa alla sua vita e, come un moderno cavaliere errante, si immola per i più deboli.

Boston. Robert McCall (Denzel Washington), crede di essersi lasciato alle spalle il passato ed ora vive una vita tranquilla, finché non incontra Alina “Teri” (Chloë Grace Moretz), una ragazza minacciata da una banda di feroci malavitosi russi: McCall decide di aiutarla. Esce dal suo ritiro autoimposto e risveglia il suo desiderio di giustizia, proclamandosi il Vendicatore.

Ossessivo compulsivo, vedovo, appassionato di classici della letteratura, magazziniere in un negozio di fai da te e con un passato sconosciuto alle spalle. Questo è l’identikit del supereroe umano e senza poteri magici o forza divina, ma similmente invincibile, protagonista del film di Antoine Foqua.

Robert McCall è un tipo solitario, un po’ Robin Hood e un po’ Charles Bronson in Il giustiziere della notte (1974), che dopo aver difeso una giovane prostituta dal suo crudele pappone, decide di mettere a disposizione le sue doti fisiche e non solo, schierandosi così con i più deboli e dando un vero e proprio aiuto.

Il Robert chiuso in se stesso si apre con gli altri e si mette a loro disposizione arrivando quasi a diventare come uno dei quei cattivi che inganna e a cui sembra quasi piaccia fare del male. La sua nemesi, Nicolai (Marton Csokas) il boss russo villain della storia, è uno di quelli che riesce a tenergli testa, che sembra spezzarsi ma non molla, sopra le righe, ma anch’esso convincente.

Nonostante qualche scena violenta di troppo, che rischia di rendere un po’ ripetitivo il film ed un rapporto che rimane quasi abbozzato fra il protagonista e la giovane Moretz, sono però la semplicità e allo stesso tempo la ricercatezza dei dettagli, sia quelli che spingono McCall ad agire che quelli della regia, a dare alla pellicola un tono raffinato, dotata di una tipologia di violenza crudele, ma quasi sofisticata.

Di forte impatto visivo, con una fotografia ed un’accuratezza registica e di montaggio, The Equilazer-Il Vendicatore, è quindi un ottimo prodotto commerciale, di qualità e con un protagonista come Washington che con malinconia, precisione e sicurezza riesce a suscitare nello spettatore empatia, questo finché il vendicatore non raggiunge la vetta della quasi invincibilità. A quel punto non resta che accettarne l’inesorabile magnificenza, per un eroe che come suggerisce l’ultimo libro da lui letto, non porta maschere ne costumi, ma si rende “uomo invisibile” come il romanzo di H. G. Wells e con modestia ed un pizzico di piacere personale, continua a far valere la giustizia.

Alice Bianco

 


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